Dentro la gola blu
DENTRO LA GOLA BLU
Vaghezza è l'affanno
che lungo il mio corpo si spande
ove evade la vita
e le risa indistinta.
Tornerá pur presto la madre
a dar vita al suon di belliche e argenti spade
che in splendidi guizzi e sguizzi
e piena d´amore, lei,
nel suo grembo
a far nascer s'accinta.
E saró pronta io,
(Timida chiesi al mio cuore
mentre vagando andai)
al suo latte, al suo arrivo?
(per la calma e oscura notte
che mi trafisse l'anima
in un soave,
desiderato bruciore.)
Asserendo nel pensier mio,
la sua gola d'improvviso
sentii nella mia;
ove lacrime d'onesta solitudine
ingabbiate ingabbiammo il dolore
di non potersi cantare, né viversi
in pubbliche piazze
sennonché, nel nostro privato cuore.
Noi innanzi a un muro di cemento
che ora ormai unite, pian piano
con scalpello e pazienza
col ritmo del tempo demoliremo.
E chi potrá deriderci ormai?
Chi riderá al vederci congiunte?
Chi mai s'alzerá e dirá
„Voi no! Questo no!
Separate le vostre maledette mani
che troppi miracoli dicendo s'andran!“?
La madre é tutto per la vergine sposa
che figlia non é, ma sposa
della madre perduta
eppoi ritrovata
dentro la gola blu:
ove un drago e mezzo serpente
navegando attendono
la morte del loro dolore.